Album di guerra

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I Partigiani del Battaglione "Prealpi" a Gemona
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domenica 3 febbraio 2013

Appello per consentire la digitalizzazione dell'Archivio Anpi


Il Blog "Vicende di Guerra, tra Carnia e Gemonese"  si associa a quanti ritengono fondamentale, per la ricostruzione storica delle vicende del territorio, poter giungere alla digitalizzazione ed alla catalogazione informatica dei documenti conservati presso l'archivio dell'Anpi per avere poi la possibilità di accedervi anche via web.

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Archivio Anpi sul web:
mancano fondi

Udine, il progetto costa 55 mila euro, alla Regione ne sono stati chiesti, finora invano, 20 mila. E scoppia la polemica

di Maurizio Cescon
UDINE. Servono 55 mila euro, spalmati in tre anni, per realizzare la digitalizzazione dell’archivio storico dell’Anpi di Udine e metterlo a disposizione sul web, per sempre, dei cittadini, degli studiosi e degli appassionati di storia. Materiale prezioso, migliaia di documenti e fotografie rari che abbracciano un lasso di tempo di 50 anni, dal 1920 al 1970.
Eppure i soldi mancano. Il Comune un piccolo contributo l’ha stanziato, la fondazione Crup, la Lega Coop e la Coop consumatori, così come la Unipol hanno fatto il loro dovere. Mancano la Provincia («ma il presidente Fontanini in persona sta provvedendo», è stato sottolineato) con i suoi 8 mila euro e soprattutto la Regione che dovrebbe stanziare 20 mila euro. «In attesa di questi finanziamenti - spiega il vice presidente dell’Anpi, l’onorevole Elvio Ruffino - i soldi li stiamo mettendo noi, speriamo che la situazione si sblocchi, questi aiuti sono indispensabili».
Se Ruffino mantiene un aplomb invidiabile, ci pensano Mauro Travanut e Anna Maria Menosso, consiglieri regionali del Pd presenti nella sede Anpi per l’illustrazione del progetto, a “pungere” la giunta Tondo.  (...)
Il progetto esecutivo sarà curato da uno specifico gruppo di lavoro organizzato e coordinato da Ugo Falcone e Stefano Perulli dell’Agenzia italiana per il patrimonio culturale (Aipc).
E’ previsto il riordino, l’inventariazione e la valorizzazione, attraverso lo “sbarco” su Internet, delle due grandi parti dell’archivio, quella cartacea e quella fotografica.  (...) E’ stata anche inoltrata una richiesta per ottenere l’Alto patrocinio della presidenza della Repubblica.
«Se tutto l’imponente archivio è arrivato fino a noi - ha detto il vice presidente Anpi Ruffino - lo dobbiamo al puntiglio del presidente Federico Vincenti (a 91 anni presente all’incontro, assieme al segretario Luciano Rapotez, quasi 93 primavere, ndr) che in questi decenni, con metodo e precisione, ha catalogato ogni reperto. E’ materiale raro e straordinario, non dobbiamo perderlo». Nel suo intervento il soprintendente archivistico, dottor Pierpaolo Dorsi ha parlato di «archivio che è uno dei gioielli di Udine» e che «occuparsi di finanziare questo tipo di iniziative ha valore etico».
Il professor Neil Harris, direttore del Dipartimento di storia e tutela dei beni culturali dell’ateneo, ha spiegato che «ci troviamo di fronte a un archivio affascinante. Come università ci teniamo a collaborare per questo tipo di micro interventi qualitativi che possono far crescere il territorio».
Nel suo saluto l’assessore alla cultura del Comune di Udine Luigi Reitani ha dichiarato che «ci troviamo di fronte a una grande impresa. Investire in cultura non è una cosa effimera, ma si agisce sulle strutture della società, sul nostro patrimonio collettivo».
Anche il presidente dell’Istituto friulano per la storia del Movimento di Liberazione, Giovanni Spangaro, carnico e giovanissimo partigiano tra il 1943 e il 1945, ha evidenziato «come tali iniziative contribuiscono ad accrescere il valore e il prestigio della storia locale. Ed è Federico Vincenti che prima di tutti dobbiamo ringraziare, perchè ci ha consentito, in 60 anni di lavoro qua dentro, di fare arrivare fino ai nostri giorni tutta una mole di documenti».
Da: Messaggero Veneto,  3 febbraio 2013
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domenica 27 gennaio 2013

Il partigiano Zane, da Tolmezzo a Dachau


«Io, un sopravvissuto all’inferno di Dachau»

La testimonianza dell’ex partigiano Gio Batta Mecchia. «Vivevamo con la paura addosso, la morte era sempre in agguato»

di Viviana Zamarian 
UDINE. «Zane, Zane anche tu qui. Ah dove sei capitato». Gio Batta Mecchia era appena entrato nella baracca assegnatagli quando udì queste parole. Si voltò e su una sedia, raggomitolato in un mucchio di stracci, scorse un conoscente di Imponzo. Non lo vide mai più. Inghiottito nell'inferno del lager, vittima di quell’orrore chiamato Dachau.
Era stato catturato il 25 ottobre 1944, Zane (questo il suo nome di battaglia), durante un rastrellamento delle truppe cosacche a Verzegnis. Venne portato prima nella caserma di Tolmezzo e poi nelle carceri di via Spalato a Udine. I tedeschi volevano i nomi dei compagni partigiani. Gli mostrarono una lista. Ma non servirono le violenze, non servirono gli interrogatori né le botte. Lui non cedette.
E non parlò. Di lì a pochi giorni venne caricato su un treno merci verso una destinazione ignota. Durante il viaggio, di notte, alcuni tentarono di salvarsi gettandosi dai piccoli finestrini. Ma le tenebre avvolgevano tutto, anche i dirupi e le rocce contro le quali spesso trovavano la morte. Poi, l’arrivo. «Venimmo spogliati di tutto – racconta –. Ci misero dentro delle enormi sale da bagno per toglierci i pidocchi e ci diedero i vestiti civili. Da allora divenni il numero 128131. Pativamo la fame e la sete, ci davano una brodaglia e una fettina di pane ma soprattutto il freddo dell’inverno tedesco. Tanto che per scaldarci ci mettevamo in gruppo uno a fianco all’altro e a turno occupavamo i posti centrali».
Si viveva con la paura, nel campo. Erano stati radunati nel piazzale per assistere all’impiccagione di un polacco che si era ribellato contro un kapò quando Zane vide per la prima volta, tra le baracche, il fumo uscire da un camino. «Non mi resi conto del pericolo che correvo – ricorda –, non si percepiva l’odore e nessuno di noi sapeva a che cosa servisse. Lo scoprimmo dopo».
I primi di gennaio 1945 venne trasferito a Brandeburg, nello stabilimento della Opel «dove dovevamo sgomberare macerie e morti a causa dei bombardamenti degli americani e degli inglesi». Con la primavera arrivarono anche le notizie che le truppe russe erano alle porte di Berlino. Fu allora che decise, insieme ad alcuni compagni, di intraprendere la fuga. Camminarono di notte per sette giorni. Giunsero a Magdeburg e qui, nel tentativo di oltrepassare il fiume Elba, si trovarono in mezzo ai due fuochi: da una parte i tedeschi, dall’altra gli americani. Si nascosero dietro ai blocchi di cemento del ponte bombardato per 48 ore e poi riuscirono a raggiungere la sponda destra.
Si fermarono un mese in un campo gestito dagli americani e una volta riprese le forze, presero ciascuno una strada diversa per tornare a casa. Zane nella sua Tolmezzo dove una trentina di anni dopo fu eletto prima assessore e poi consigliere. Dice che riuscì a salvarsi «grazie alla fortuna». Lo dice ricordando, per esempio «l’arrivo del comandante dei cosacchi su un cavallo bianco che fermò i sottoposti intenzionati a fucilarci». Oggi ha 86 anni, Non è mai più ritornato a visitare il campo di Dachau “da uomo libero”. «No, è una ferita che ancora tornerebbe a sanguinare».

giovedì 24 gennaio 2013

Giorno della memoria .... anche per ricordare l'annessione al Reich del Litorale Adriatico

A ridosso del "Giorno della memoria", una delle iniziative culturali maggiormente significative è data dall'apertura della Mostra "LITORALE ADRIATICO: 
PROGETTO ANNESSIONE" 
Propaganda e cultura 
per il Nuovo Ordine Europeo 1943 – 1945 
a cura di Enzo Collotti e Paolo Ferrari

aperta a Udine, nella GALLERIA FOTOGRAFICA TINA MODOTTI, dal 23 gennaio al 3 marzo 2013

La propaganda nazista investì con tutta la sua violenza la Zona di Operazione Litorale Adriatico, di cui faceva parte il Friuli Venezia Giulia, al fine di convincere la popolazione ad appoggiare la guerra e l’annessione alla Grande Germania. A tale scopo la propaganda sottolineò i legami con il mondo tedesco, svalutando quelli con il resto dell’Italia ed enfatizzando strumentalmente
l’identità e le tradizioni locali.
Questi temi sono affrontati a partire da una straordinaria documentazione fotografica relativa alla mostra “Bolscevismo senza maschera”, allestita nel centro di Udine nell’estate del 1944. Fotografie, libri, pubblicazioni, documenti e manifesti originali contribuiscono a delineare uno sforzo propagandistico sviluppato con determinazione fino alla fine del conflitto.

Aperto venerdì 15.00 – 18.00 / Sabato e domenica 10.30 – 12.30 15.00 – 18.00
Info e prenotazioni: 0432 414719/42 www.udinecultura.it



Chi si occupa della storia della Valle del Lago ricorderà anche che sulla rivista "Adria Illustrierte" era finito anche il paese di Alesso, ritratto in copertina durante l'inizio dell'occupazione cosacca, i primi giorni di ottobre 1944 ....


domenica 22 gennaio 2012

Giornata della memoria: iniziative tra Tolmezzo e Verzegnis

Ecco il calendario delle proposte emerse nell'ambito della "Conca Tolmezzina"  nella rassegna "Memoria Ricordo" in occasione della "Giornata della Memoria":



Venerdì 27 gennaio, ore 18.00:
Centro servizio museali (a lato del museo Gortani di Tolmezzo)
“Intervista a Romano Marchetti”

Presentazione del video realizzato da Fabio Verardo. Interverrà Enrico Folisi e sarà presente Romano Marchetti.
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Teatro comunale Candoni - Domenica 29 gennaio 2012 - ore 18,00
“Ghetto Swingers. Jazz, parole e immagini”
Spettacolo-concerto tratto dal diario del musicista berlinese Erik Vogel. Lettura di Roberto Pagura.
Musiche originali eseguite dal vivo da Armando Battiston(pianoforte) e Paolo Bernetti (tromba)
Immagini prodotte dal vivo di Massimiliano Gosparini.
“Ho scritto questa storia senza odio né spirito di vendetta…
credo nella forte missione di morte jazz, una missione
di fratellanza e di comprensione fra i popoli…
è il simbolo della libertà di espressione e di democrazia,
un potente arma di battaglia per questi ideali
(E. Vogel)”
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TOLMEZZO Sala multimediale di Palazzo Frisacco - Venerdì 10 febbraio 2012 - ore 18,00
“Foibe ed esodo. Una riflessione sulla storiografia recente”
Conferenza del prof. Gian Carlo Bertuzzi, presidente dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione del Friuli Venezia Giulia.
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VERZEGNIS, laboratorio teatro didattico
Biblioteca comunale di Verzegnis (Intissans) - Domenica 12 febbraio 2012 - ore 15,00
“La memoria attraverso il legno” Laboratorio manuale per bambini di 5-12 anni

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