Anche Giancarlo Franceschinis, "Checo" nella Resistenza carnica, se ne è andato.
Per conoscere la sua storia ed il suo impegno, si possono vedere le videointerviste raccolte da Dino Ariis e inserite nel video "Carnia libera 1944. La repubblica di Ampezzo!"(vedi http://www.nn-media.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=2&Itemid=103 ) o le pagine sul sito "Carnia Libera 1944" (https://www.carnialibera1944.it/partigiani/nonsoloiltricolore.htm).
Ecco il profilo che ne ha tracciato il "Messaggero Veneto":
Addio al comandante Checo: è morto il partigiano Giancarlo Franceschinis
Aveva 94 anni. Nato a San Daniele fu commissario politico
del battaglione Leone della brigata Garibaldi Carnia
Liberato dopo un lungo interrogatorio, si convinse a darsi alla macchia in Carnia, dove ritrovò il suo “maestro” Cristofoli. Entrò nel Distaccamento della Brigata Garibaldi Carnia, diventandone in breve tempo commissario. Rischiò più volte la vita partecipando ad azioni contro i nazifascisti, dimostrando tutto il suo coraggio e l’abilità con le armi. Celebre, a tal proposito, fu il combattimento del luglio 1944 a Sappada, che portò alla conquista della caserma della Feldgerdarmerie. Un’azione partigiana che diede una spinta decisiva al morale della Resistenza, durante la quale, però, il comandante “Checo” dovette patire la perdita dell’amico Cristofoli, “Aso”.
«Amato compagno Aso, fratello più che amico e compagno di lotte, compagno di tante azioni dei primi tempi della resistenza che noi soli sappiamo, che ricordavamo noi soli ridendo, te ne sei andato troppo presto lasciandoci senza guida. Che faremo ora senza di Te?». Questo un passaggio del diario di Franceschinis dedicato proprio alla morte di Cristofoli. Sono i mesi della Libera Repubblica Partigiana della Carnia, che videro “Checo” tra i protagonisti di quell’esempio di democrazia sotto il giogo nazista.
Anche il presidente dell’Anpi di Milano, Roberto Cenati, ricorda la figura di Franceschinis: «Parlava spesso la nascita della Repubblica democratica di Ampezzo, nella Carnia occupata dai nazifascisti. Fu un miracolo che durò poche settimane, ma che bastarono a lasciare dei precedenti dai quali, la futura Costituzione Italiana, non poté prescindere: l’abolizione della pena di morte, il riconoscimento di pari opportunità alle donne che, considerate anch’esse capi famiglia, avevano il diritto al voto. La libertà – conclude – non ci è stata regalata, ma è stata conquistata per tutti noi da donne e da uomini che, come Franceschinis, non rimasero indifferenti, ma che fecero una scelta ben precisa: quella di combattere contro le nefandezze del nazifascismo».
Dopo la guerra Franceschinis, come accennato, si trasferì a Milano aprendo uno studio legale, esercitando fino alla pensione la professione di avvocato. «Rinnovo il dolore e il cordoglio dell’Anpi Udine – dice ancora Spanghero – per la scomparsa di un personaggio come Franceschinis, che ha contribuito a far sì che l’esperienza della Repubblica Libera della Carnia diventasse realtà». Spanghero difficilmente parteciperà ai funerali del comandante “Checo” a Milano, ma annuncia un evento per ricordare la sua figura in Carnia, ad Ampezzo, dove fu tra gli artefici della Resistenza friulana.
Alessandro Cesare
(Messaggero Veneto, 3 dicembre 2019)
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