Album di guerra

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I Partigiani del Battaglione "Prealpi" a Gemona

sabato 3 maggio 2014

Avasinis, un ricordo per "la conoscenza del dramma e del sacrificio della popolazione"

Strage di Avasinis: non dobbiamo dimenticare

Commemorazione strage di AvasinisAvasinis di Trasaghis, 2 maggio 2014. Discorso del presidente del Consiglio regionale Franco Iacop in occasione della commemorazione del 69° anniversario della strage di Avasinis compiuta nel 2 maggio 1945 da truppe nazifasciste in ritirata.
Un saluto cordiale a nome dell’intero  Consiglio regionale al Sindaco del Comune di Trasaghis, decorato di medaglia d’argento per le sofferenze patite nel secondo conflitto mondiale, ed un ringraziamento a quanti, ex amministratori, partigiani, rappresentanti delle Associazioni combattentistiche, cittadini, sono intervenuti alla commemorazione odierna sottolineando l’impegno civile con cui siamo impegnati a difendere la storia e la memoria della Resistenza che rappresenta un valore fondante della Repubblica Italiana.
Un impegno che riaffermiamo in occasione dell’anniversario della fine del secondo conflitto mondiale e della conclusione della guerra di liberazione che devono costituire un momento di riflessione, sul sacrificio di donne e uomini che parteciparono alla lotta di Liberazione per contribuire alla riconquista della libertà e della democrazia, consegnando agli italiani una Patria libera, ricca di prospettive e di speranze che dobbiamo saper custodire e salvaguardare.
Il messaggio della Resistenza, al di là di qualsiasi retorica, rappresenta una lezione di responsabilità, di impegno, di coraggio e mantiene ancora oggi immutati i suoi fondamenti.
Dobbiamo anche sottolineare che quell’esperienza sofferta ha rappresentato una riforma del modo di valutare i fatti di ogni giorno nel nostro Paese e nel mondo dove perdurano troppi conflitti.
Dobbiamo tenere alta la bandiera della pace, della solidarietà, della tolleranza, della convivenza, con la partecipazione attiva delle popolazioni, dei cittadini, delle Associazioni, delle istituzioni, per favorire il consolidamento del processo democratico, costruito con tanta determinazione.
Per queste ragioni siamo contro ogni forma di terrorismo, siamo contro il ricorso ad azioni criminose quale strumento della lotta politica, siamo contro i conflitti su base etnica o razziale perché innescano pericolosamente l’intolleranza religiosa e scatenano inevitabilmente conflitti fra gli Stati.
Il ricorso alle armi pone quotidianamente agli occhi del mondo l’assurdità dei massacri, degli eccidi, delle faide, delle distruzioni, dei morti in combattimento e delle troppe vittime civili.
Il nostro impegno è di operare perché tutto ciò cessi al più presto, perché si possa dar vita alle intese tra realtà statuali che dialogano, perché si possa costituire una forza di Pace e di progresso in pieno accordo con un rinnovato equilibrio dell’ordine mondiale che tende a fare dell’Europa un punto di riferimento importante.
L’Europa ha davanti a sé un ampio spettro di iniziative, dopo decenni che l’hanno consolidata più grande geograficamente, più solida politicamente e portatrice di una cultura che rappresenta il superamento delle contrapposizioni nazionali che hanno funestato la storia del Novecento.
L’esperienza della lotta partigiana nel Friuli, anche con la costituzione delle zone libere, ha rappresentato un elemento innovativo di democrazia ed ha sviluppato un’opera di rinnovamento civile e democratico, pur con tutti i limiti imposti dalla condizione di guerra.
L’insegnamento del sacrificio di quanti hanno combattuto, ha riconosciuto nella Resistenza un movimento di lotta popolare per la libertà che, con l’impegno di donne e uomini, ha assicurato una prospettiva nuova di democrazia all’Italia e al Friuli.
Il 25 aprile del 1945 fu per tutti i protagonisti di allora il giorno della fine della guerra, anche se la resa ufficiale della Germania sarebbe arrivata solo l’8 maggio.
Quel giorno gli anglo-americani e i russi si incontrarono sul fiume Elba, in un clima di speranza e in Italia molte città furono liberate dall’occupazione nazifascista in una situazione in cui permanevano anche in Friuli sacche di combattimento e rappresaglie collegate alle azioni partigiane ed alla ritirata delle truppe tedesche.
L’eccidio di Avasinis del 2 maggio 1945, che costò la vita a 51 persone, per lo più donne, bambini e vecchi, avvenne il giorno in cui doveva entrare in vigore il cessate il fuoco. La strage fu opera di un reparto delle SS che si ritirava diretto in Austria. La strada, per l’afflusso disordinato dei mezzi di trasporto dei tedeschi in ritirata, divenne obiettivo di attacchi dei partigiani, ed altre azioni delle forze di liberazione si diressero contro i reparti dei cosacchi di stanza a Trasaghis.
Un reparto delle SS proveniente da Gemona giunse a Trasaghis nel pomeriggio del 1 maggio e il giorno successivo si diresse verso Avasinis. Un gruppo di partigiani tentò di sbarrare la strada, ma fu rapidamente messo in fuga. I tedeschi iniziarono la perquisizione ed il saccheggio delle case uccidendone gli occupanti, donne o bambini o anziani che fossero.
Un fatto tragico che l’Amministrazione comunale di Trasaghis ricorda per mantenere vivo il senso della memoria, per trasmettere anche a quanti non hanno vissuto direttamente quei giorni la conoscenza del dramma e del sacrificio della popolazione.
La commemorazione si lega a un piano articolato che ha previsto negli anni passati ricerche storiche ed approfondimenti, la presentazione di libri e filmati che hanno consentito di ricostruire nei dettagli le circostanze e la drammaticità di quello che è stato definito il maggiore eccidio di civili in Friuli nel corso della seconda guerra mondiale.
Il 69° Anniversario dei tragici fatti di Avasinis, che viene commemorato oggi, rappresenta un’occasione in più anche per ricordare il sacrificio di quanti furono deportati nei campi di sterminio, che non sono soltanto luoghi di pellegrinaggio della memoria, ma costituiscono soprattutto luoghi di impegno per il futuro.
Dobbiamo sforzarci di ricordare ai più giovani i caduti, le sofferenze, i perseguitati nell’Italia occupata. Ma anche il sacrificio di quanti hanno combattuto per restituirci la libertà e la speranza di far risorgere l’Italia dalle sue rovine.
Il Consiglio Regionale deve un ringraziamento al Comune di Trasaghis, all’ANPI, all’APO, all’Associazione Nazionale ex deportati che con grande responsabilità svolgono un’opera di sensibilizzazione delle generazioni più giovani sul tema della Liberazione che non deve essere rimosso.
Un impegno che tutti devono assumere per difendere i valori autentici della Resistenza che stanno alla base del nostro dettato costituzionale, voluto da forze politiche diverse, ma ugualmente consapevoli della necessità di un’ampia intesa sui valori ed i principi cui doveva essere improntata la nostra civile convivenza.
Un grazie riconoscente da parte del Consiglio Regionale a tutti coloro che con dedizione esemplare ci consentono di celebrare in modo condiviso il sacrificio dei caduti, per dare alle nuove generazioni un futuro di pace, di progresso, di libertà, di democrazia e di partecipazione.
Franco Iacop
(http://www.iacop.it/website/2014/05/02/eccidio-avasinis-non-dobbiamo-dimenticare/)



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