Album di guerra

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lunedì 14 novembre 2011

Buja: voci di un arsenale tedesco lasciato a Villa Barnaba

Storia e "leggende" paesane spesso si intrecciano. Il dato di cronaca del passaggio di villa Barnaba al Comune di Buja ha ridato linfa alla ricostruzione della figura del Podestà di Udine negli anni della guerra, Pier Arrigo Barnaba, e anche al rinascere di "leggende metropolitane" su fantomatici arsenali abbandonati (è già tanto che non si parli di tesori!). Se può essere valida una indicazione statistica, nei giorni convulsi di fine guerra, dappertutto   tutti gli edifici, tutte le strutture in precedenza adoperate dai nazisti sono state "visitate" dalle forze partigiane e dalla popolazione civile, con conseguente requisizione e asporto di tutto quanto ritenuto utile alla bisogna. Difficilmente villa Barnaba avrà  avuto un destino diverso....


Villa Barnaba, il mistero dell’arsenale dei nazisti

La notizia della maxi eredità lasciata da Enrico Marchetti (nella foto) in parte al Comune di Buja, in parte a una signora friulana che gli ha prestato assistenza negli ultimi anni, è arrivata ieri fino all’orecchio dei parenti romani dell’ingegnere. «Non lontani, ma a lui vicini sia per grado di parentela che per frequentazione», precisa la cugina Patrizia Marchetti, che ricorda anche: «La malattia della moglie nel giugno del 2005 ha determinato contatti meno frequenti a causa del trasferimento dell’uno e dell’altra a Buja, ma ciò non ha impedito ai parenti di seguire tutto quel che è accaduto». «La conoscenza di una vita dell’ingegnere – conclude - ci obbliga a precisare quanto ci sorprenda apprendere il contenuto delle ultime volontà». (m.d.c.) BUJA I colpi di scena legati all’eredità milionaria di Per Arrigo Barnaba non sono finiti. Dopo le inaspettate volontà testamentarie di Enrico Marchetti, il genero di Barnaba che, deceduto lo scorso 2 novembre, ha nominato erede universale la signora friulana che gli ha prestato assistenza negli ultimi anni della sua vita, è il lascito destinato al Comune a far parlare di sé. Si dice infatti che all’interno della grande proprietà della famiglia Barnaba, sede durante gli anni dell’occupazione tedesca di un comando della Wehrmacht, sia sepolto un vero e proprio arsenale. Un considerevole quantitativo di materiale bellico, che i nazisti avrebbero nascosto prima d’esser costretti alla fuga nell’aprile del ‘45. Verità storica o leggenda? Difficile dirlo, anche se il sindaco Stefano Bergagna, che per anni ha studiato la complessa figura di Barnaba, podestà di Udine dal ’37 al ‘44, propende per la prima ipotesi e si propone di vederci chiaro. «Sappiamo per certo che esistono cartografie e documentazioni oggi in mano al figlio dell’ufficiale tedesco che comandava la Wehrmacht a Buja ed è nostra intenzione andare a fondo e verificare se questo deposito bellico esista davvero». Bergagna racconta che in paese se ne favoleggia da tempo. «Si dice che le armi siano state seppellite sul retro della villa, sotto il pozzo, a oltre due metri di profondità dove i metal detector non sono in grado di arrivare». La storia dell’arsenale sepolto nel giardino di villa Barnaba era venuta alla luce anche un paio di anni or sono quando un esperto d’armi di Tarcento, dopo aver rintracciato in Germania l’ufficiale che comandava i nazisti a Buja, si era rivolto a Marchetti per renderlo edotto del problema. «L’ingegnere si era infuriato e aveva informato le forze dell’ordine che avevano poi effettuato qualche controllo ma senza trovare nulla», ricorda ancora il sindaco Bergagna. Dunque è solo una diceria… o forse no. «Se fosse infatti vero che il materiale bellico è stato seppellito a diversi metri di profondità – azzarda il primo cittadino - solo una minuziosa e accurata ricerca potrebbe riuscire a trovarlo, anche a fronte delle dimensioni del parco». Esteso, ricordiamolo, su circa 3 ettari di terreno. Al setaccio non potrà certo pensare il Comune, anche se l’amministrazione un tentativo vuol comunque farlo «per amore della verità storica», dice ancora il primo cittadino che nel corso delle prossime settimane intende recuperare (sempre che esistano davvero) le cartografie e i documenti inerenti la villa durante l’occupazione nazista, quando i prigionieri venivano rinchiusi e interrogati nelle cantine della prestigiosa dimora bujese. I tedeschi vi s’insediano subito dopo il 12 settembre ‘43. Nelle vicine scuole viene ospitato il reparto motorizzato, mentre la villa è il quartier generale dei tedeschi, con tanto di prigione nelle cantine da dove passano sia i partigiani che le persone da interrogare. Così fino all’aprile ’45 quando i tedeschi si danno alla fuga. «E’ in quel momento – afferma Bergagna – che si dice abbiano nascosto le armi, chissà, forse pensando di averne bisogno in un secondo momento o forse solo per evitare che se ne impossessassero i partigiani». Se ne potrà sapere di più una volta effettuate le ricerche promesse dal primo cittadino, che assicura: «Nel caso dovesse venir fuori, in futuro, che il deposito esiste provvederemo subito ad informare i Carabinieri e il Prefetto di Udine».
 Maura Delle Case

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