Leonardo Serravalli fucilato a Buja il 1º maggio 1945
Un’inedita pagina della storia di Buja all’indomani dell’8 settembre 1943 è raccontata da Celso Gallina, appassionato di storia locale nel libro (Aviani & Aviani) “Con un manifesto avverti che mi hanno ucciso innocente”. Tema, l’uccisione del fascista Leonardo Seravalli, fucilato dai partigiani il primo maggio ’45 nei pressi del cimitero di Buja. «La storia di quest’uomo e la sua veemente dichiarazione di innocenza sono giunte fino a noi attraverso un percorso curioso e apparentemente casuale – racconta l’autore –: l’accorata lettera-testamento che Seravalli ha consegnato a don Pacifico Durisotti prima di morire». Una missiva che in oltre mezzo secolo è passata di mano in mano fino a raggiungere l’autore, il quale ha deciso di ricostruire il caso Seravalli «per riconsegnarlo alla memoria collettiva». Originario di Gemona, padre di famiglia impiegato dalla locale banca popolare quale esattore delle tasse, nonché segretario del fascio di Trasaghis, Seravalli fu condannato a morte e assassinato da alcuni partigiani della Brigata Rosselli nei pressi del cimitero di San Bartolomeo. (m.d.c.)
Il cippo collocato un tempo sul luogo della fucilazione |
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