Sangue in Carnia nel 1944:
l’indagine di Ariis e Stefanutti
La Cineteca del Friuli dà appuntamento, stasera alle 21, al Sociale di Gemona, dove sarà proiettato il documentario
UDINE. La Cineteca del Friuli dà appuntamento, stasera alle 21, al Sociale di Gemona, dove sarà proiettato Carnia 1944. Il sangue degli innocenti (2012) di Dino Ariis, che firma la regia, e di Pieri Stefanutti, responsabile delle ricerche bibliografiche e autore della sceneggiatura, entrambi presenti alla serata.
Secondo classificato all’ottava edizione del premio Leggimontagna (sezione audiovisivi), Il sangue degli innocenti è la ricostruzione documentata di un episodio della storia partigiana che, secondo voci a lungo circolate in Carnia, sarebbe stata la causa scatenante della feroce rappresaglia compiuta nel luglio del 1944 da una “controbanda” tedesca nelle malghe di Lanza, Cordin, Pramosio e lungo la valle del But.
L’episodio è citato per la prima volta nella Storia della guerra civile di Giorgio Pisanò, risalente agli anni Sessanta, in cui si parla di un assalto compiuto da sette partigiani garibaldini a una malga nei pressi di Wurmlach, in territorio austriaco.
Dopo aver assassinato due giovani pastori e violentato e ucciso una ragazzina, i partigiani carnici avrebbero sequestrato i cavalli su cui sarebbero poi rientrati alla base. La versione è stata ripresa più volte, da vari ricercatori quali Bellinetti, Arena, Sollero, Pirina, Corbanese, Mansutti, sino a diventare convinzione acclarata.
Ariis e Stefanutti hanno intrapreso una loro inchiesta, consultando la bibliografia disponibile, andando alla ricerca di nuovi documenti e soprattutto parlando con testimoni diretti in grado di ricordare quelle esperienze lontane. I primi risultati sono stati raccolti nel video Pramosio, il giorno dell'infamia, presentato nel luglio 2007. Dopo ricerche ancora più serrate, di qua e di là del confine, è stato realizzato Carnia 1944. Il sangue degli innocenti, in cui si dà chiara evidenza che quell’azione delittuosa in realtà non c’è mai stata.
Per fare piena luce sulla vicenda si è voluta verificare anche la possibilità di un errore geografico, e cioè che l’episodio fosse realmente accaduto ma in una località diversa da Wurmlach. Parallelamente, si sono cercati documenti e testimonianze che potessero avvalorare un’altra ricostruzione recentemente emersa, secondo la quale sarebbero i partigiani e non i tedeschi i responsabili dei fatti di Lanza e Cordin. Non si è trovato riscontro sufficiente a rafforzare con elementi di veridicità nessuna delle due ipotesi.
da: Messaggero Veneto, 23 aprile 2013
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