
L’Apo: dedichiamo una via a don Alberto Pancheri

La proposta era già stata avanzata, ancora nel 2005, dall'allora consigliere comunale Gian Francesco Gubiani.
«Una via per don Pancheri»
GEMONA. Ricordare don Alberto Pancheri, con una lapide o dedicandogli una via: è questa la richiesta che il consigliere comunale di Glemone Vive Gianfrancesco Gubiani, con un’interpellanza per la quale aspetta risposta scritta, ha presentato nei giorni scorsi al sindaco Gabriele Marini, proponendo che l’iniziativa coincida con il 60° anniversario della Liberazione, il 25 aprile. Gubiani spiega nel documento chi fosse e di conseguenza perché il sacerdote meriti di essere ricordato dai gemonesi, sottolineando che forse lo stesso genitore del sindaco, noto partigiano gemonese, era stato coinvolto da questo personaggio: don Pancheri, infatti, per lungo tempo missionario in Cina, al rientro era stato nominato direttore del Collegio degli Stimmatini di Gemona; questo incarico, aggiunto alle conoscenze relative all’organizzazione e alla tattica di difesa apprese all’Est, gli aveva consentito di assumere un ruolo determinante nel movimento di Resistenza gemonese.
Il Padre Stimmatino non solo ha garantito protezione ai tanti giovani aderenti all’Azione Cattolica che non volevano assolvere l’obbligo della leva, ma in prima persona ha provveduto al reclutamento di questi e altri giovani nelle file partigiane della Divisione "Osoppo"; lo stesso don Alberto, ricorda Gubiani, costituì ben due battaglioni - il "Prealpi" ed il "Ledra" - di uno dei quali fu anche il comandante.
«Tra le diverse strategie adottate dal sacerdote - sottolinea in una nota il consigliere - rimase famosa l’installazione di una radio, all’interno di una statua della Madonna collocata nel giardino interno del collegio, per comunicare con gli alleati e in particolar modo con il maggiore scozzese Mc Pherson, che gli alleati avevano inviato sulle montagne di Gemona già all’indomani dell’8 settembre 1943». Il consigliere di minoranza suggerisce infine di favorire, anche attraverso l’istituzione di una borsa di studio, l’approfondimento, la valorizzazione e la pubblicazione degli studi sull’operato di don Pancheri, figura di cui molti gemonesi si sono dimenticati o, come nel caso delle generazioni più giovani, non hanno addirittura mai sentito parlare.
Natalina De Pascale
Il Padre Stimmatino non solo ha garantito protezione ai tanti giovani aderenti all’Azione Cattolica che non volevano assolvere l’obbligo della leva, ma in prima persona ha provveduto al reclutamento di questi e altri giovani nelle file partigiane della Divisione "Osoppo"; lo stesso don Alberto, ricorda Gubiani, costituì ben due battaglioni - il "Prealpi" ed il "Ledra" - di uno dei quali fu anche il comandante.
«Tra le diverse strategie adottate dal sacerdote - sottolinea in una nota il consigliere - rimase famosa l’installazione di una radio, all’interno di una statua della Madonna collocata nel giardino interno del collegio, per comunicare con gli alleati e in particolar modo con il maggiore scozzese Mc Pherson, che gli alleati avevano inviato sulle montagne di Gemona già all’indomani dell’8 settembre 1943». Il consigliere di minoranza suggerisce infine di favorire, anche attraverso l’istituzione di una borsa di studio, l’approfondimento, la valorizzazione e la pubblicazione degli studi sull’operato di don Pancheri, figura di cui molti gemonesi si sono dimenticati o, come nel caso delle generazioni più giovani, non hanno addirittura mai sentito parlare.
Natalina De Pascale