“Carnia, il sangue degli innocenti” : un video per sapere cos’è realmente successo sulle malghe carniche nel 1944
C’è una “voce” che gira da tempo in Carnia, tesa a insinuare che durante un prelievo di cavalli in Austria da parte dei partigiani carnici vi sia stata una feroce azione delittuosa, capace quindi di “innescare” la decisione di compiere una feroce rappresaglia, compiuta poi da una “controbanda” tedesca nelle malghe di Lanza, Cordin, Pramosio e lungo la valle del But, nel luglio del 1944. La prima citazione di questo tipo risale agli anni ’60, e si deve alla “Storia della guerra civile” di Giorgio Pisanò: “in quei giorni si verificò nell’Alta Carnia uno spaventoso episodio che doveva avere conseguenze gravissime per decine di poveri contadini.
Il 19 luglio, infatti, sette partigiani “garibaldini” partirono dalla base di Luincis e, attraverso il Passo Premosio, penetrarono in territorio austriaco. Giunti in una malga nei pressi di Wurmlach, i sette assalirono una baita, uccisero due giovani pastori e violentarono a turno una ragazzina di dodici anni che, alla fine, venne gettata ancora viva nel siero bollente. Alla sera, in sella a dei cavalli sequestrati nei pressi della baita, rientrarono alla base”.
La versione è stata ripresa più volte, da svariati ricercatori (Bellinetti Arena, Sollero, Pirina, Corbanese e Mansutti…) sino a diventare convinzione acclarata.
Dino Ariis e Pieri Stefanutti, rileggendo la documentazione bibliografica disponibile, andando alla ricerca di nuovi testi e documenti e, soprattutto, cercando dei testimoni diretti in grado di rievocare quelle esperienze lontane, sono riusciti dapprima a produrre un video, “Pramosio, il giorno dell’infamia”, presentato nel luglio del 2007 e poi, attraverso un’azione ancor più serrata, al di qua e al di là del confine, ad arrivare, con un nuovo video, “Carnia, il sangue degli innocenti” , a offrire delle risultanze per dimostrare … che quel fatto non è mai accaduto.
Il 19 luglio, infatti, sette partigiani “garibaldini” partirono dalla base di Luincis e, attraverso il Passo Premosio, penetrarono in territorio austriaco. Giunti in una malga nei pressi di Wurmlach, i sette assalirono una baita, uccisero due giovani pastori e violentarono a turno una ragazzina di dodici anni che, alla fine, venne gettata ancora viva nel siero bollente. Alla sera, in sella a dei cavalli sequestrati nei pressi della baita, rientrarono alla base”.
La versione è stata ripresa più volte, da svariati ricercatori (Bellinetti Arena, Sollero, Pirina, Corbanese e Mansutti…) sino a diventare convinzione acclarata.
Dino Ariis e Pieri Stefanutti, rileggendo la documentazione bibliografica disponibile, andando alla ricerca di nuovi testi e documenti e, soprattutto, cercando dei testimoni diretti in grado di rievocare quelle esperienze lontane, sono riusciti dapprima a produrre un video, “Pramosio, il giorno dell’infamia”, presentato nel luglio del 2007 e poi, attraverso un’azione ancor più serrata, al di qua e al di là del confine, ad arrivare, con un nuovo video, “Carnia, il sangue degli innocenti” , a offrire delle risultanze per dimostrare … che quel fatto non è mai accaduto.
La ricerca ha consentito di definire in primo luogo l’effettiva entità dei furti di bestiame, cosa che è stata fatta andando “alla fonte”, consultando cioè i documenti della Gendarmeria austriaca e diversi archivi austriaci dove tale documentazione viene conservata in copia.
Il Kartner Landesarchiv di Klagenfurt, per esempio, ha elencato le azioni documentate relative alla presenza di partigiani italiani nel luglio 1944 nella fascia da Mauthen a Villach:
10.07 si segnala il furto di 22 cavalli sulla Maldatscheralm
12.07 sono stati rubati 29 cavalli dalla Zollneralm, distante ca. 4-5 chilometri ad ovest dalla Stranigeralm, da banditi che andavano verso sud.
L’evoluzione delle ricerche ha inoltre permesso di accertare che i furti di cavalli, solitamente attribuiti ai partigiani garibaldini, vanno invece in buona parte attribuiti ai partigiani della “Osoppo” e questo sulla base di testimonianze dirette, diari e memoriali dei partecipanti alle azioni.
Dell’autenticità dell’episodio delittuoso, dunque, non si è trovato alcun riscontro effettivo.
Nella zona delle malghe di Wurmlach, dove sarebbe accaduto il fatto delittuoso, nessuno ne conserva memoria. I registri anagrafici del Comune di Kotschach Mauthen non forniscono alcun elemento di conferma: tra giugno e luglio del 1944 vi furono solo due morti, due persone anziane decedute per cause naturali, nulla quindi che facesse pensare a un evento delittuoso.
E lo stesso sindaco di Kotchach – Mauthen, Walter Gottlieb, in una recente dichiarazione, ha espressamente ribadito che fatti del genere non sono accaduti nel territorio comunale.
Il Kartner Landesarchiv di Klagenfurt, per esempio, ha elencato le azioni documentate relative alla presenza di partigiani italiani nel luglio 1944 nella fascia da Mauthen a Villach:
10.07 si segnala il furto di 22 cavalli sulla Maldatscheralm
12.07 sono stati rubati 29 cavalli dalla Zollneralm, distante ca. 4-5 chilometri ad ovest dalla Stranigeralm, da banditi che andavano verso sud.
L’evoluzione delle ricerche ha inoltre permesso di accertare che i furti di cavalli, solitamente attribuiti ai partigiani garibaldini, vanno invece in buona parte attribuiti ai partigiani della “Osoppo” e questo sulla base di testimonianze dirette, diari e memoriali dei partecipanti alle azioni.
Dell’autenticità dell’episodio delittuoso, dunque, non si è trovato alcun riscontro effettivo.
Nella zona delle malghe di Wurmlach, dove sarebbe accaduto il fatto delittuoso, nessuno ne conserva memoria. I registri anagrafici del Comune di Kotschach Mauthen non forniscono alcun elemento di conferma: tra giugno e luglio del 1944 vi furono solo due morti, due persone anziane decedute per cause naturali, nulla quindi che facesse pensare a un evento delittuoso.
E lo stesso sindaco di Kotchach – Mauthen, Walter Gottlieb, in una recente dichiarazione, ha espressamente ribadito che fatti del genere non sono accaduti nel territorio comunale.
Per verificare se un episodio del genere fosse accaduto in altre località ed erroneamente fosse stato attribuito alla zona di Wurmlach, sono stati consultati tutti i registri delle Gendarmerie della valle della Gail, non trovando alcun riferimento a un episodio del genere.
Oltretutto, una serie di interviste raccolte oltre confine, documenta il transito di diversi gruppi organizzati in “controbande”, il rientro in Austria dopo le uccisioni nelle malghe carniche, il trasporto del bestiame preso nelle malghe di Lanza e Cordin nella valle del Gail (dove poi è stato caricato su vagoni ferroviari), a ulteriore dimostrazione della insussistenza della tesi che attribuisce le uccisioni e i furti ai partigiani italiani.
Oltretutto, una serie di interviste raccolte oltre confine, documenta il transito di diversi gruppi organizzati in “controbande”, il rientro in Austria dopo le uccisioni nelle malghe carniche, il trasporto del bestiame preso nelle malghe di Lanza e Cordin nella valle del Gail (dove poi è stato caricato su vagoni ferroviari), a ulteriore dimostrazione della insussistenza della tesi che attribuisce le uccisioni e i furti ai partigiani italiani.
Era altresì necessario verificare la fondatezza di altri episodi di violenza attribuiti ai partigiani e, inoltre, accertare quanto di vero vi fosse in alcune “voci” che giravano in Carnia relativamente alla “non attribuzione” delle uccisioni di Lanza e di Cordin alla controbanda, Da Paularo, infatti, è emersa recentemente una ricostruzione (che circola in Carnia, anche se ancora non edita ufficialmente) che, effettivamente, tenderebbe ad attribuire ai partigiani una serie notevole di furti di bestiame in Austria e anche le uccisioni di Lanza e di Cordin: nessuno degli elementi riportati riesce però, in realtà, a superare il vaglio dei controlli incrociati e ad assumere quindi elementi di veridicità.
Il video rappresenta dunque un contributo importante per una ricostruzione documentata di quelle lontane vicende. Esso sarà trasmesso da Telefriuli il 25 aprile sera, alle 21.30.
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